Gattili e colonie feline, cosa sapere su questo argomento, lallohallo.com, blog lalloro,

Il gatto è uno degli animali da compagnia molto diffuso sul nostro territorio. Forse proprio per la sua autonomia e facilità di gestione è così largamente diffuso. D’altronde come si può resistere a quei faccioni cicciotti, alle calde fusa e alle loro buffonerie. Nonostante ciò, le nostre città sono popolate sempre più da gatti randagi e colonie feline. Data la sua natura predatoria, nell’immaginario collettivo si pensa che il gatto possa cavarsela molto bene in natura e molto spesso, per mille errate motivazioni, vengono abbandonati per strada al loro destino. Molti di questi, alla stregua dei cani, trovano casa nel gattile. Il gatto in natura cerca sempre di creare delle gerarchie e a vivere in gruppo. Questo produce inevitabilmente un numero sempre più elevato di cuccioli, che seppur in buona parte adottati, non fanno che aumentare il numero di felini  randagi che popolano le nostre strade. In questo articolo parleremo proprio di questo e spiegheremo nel dettaglio cosa sono le colonie feline e che lavorano svolgono i gattili per contrastare questo problema.

La colonia felina

La colonia felina è il nome che genericamente si associa ad un gruppo di gatti (formato da 2 a più esemplari) che vivono in libertà, in particolar modo nel tessuto urbano, stazionario in una determinata area, sia essa pubblica che privata. Le colonie feline sono protette da leggi regionali e censite dal Comune di residenza. Ad ogni colonia il comune assegna uno specifico numero identificativo ed un sorvegliante (generalmente un libero cittadino) che si prende cura della colonia, fornendo viveri e controllando le condizioni igienico-sanitarie degli animali. La colonia felina non può essere rimossa in alcun modo dal luogo in cui staziona ed i gatti di cui è composta, non possono essere catturati, maltrattati e allontanati dal branco. Ci sono tuttavia alcune eccezioni che possono portare alla cattura degli esemplari. I gatti possono essere catturati solo:

  1. quando siano presenti comprovate ragioni di sanità pubblica, quali epidemie o problemi igienico-sanitari che possano mettere a repentaglio la vita dell’essere umani
  2. I gatti possono essere catturati solo per favorirne la cura (ad esempio esemplari feriti o ammalati) o, come citato, interventi di sterilizzazione.

Altro sulla colonia felina

Le colonie feline offrono anche un “servizio sociale” in quanto riescono a stabilizzare l’equilibrio della fauna nell’area in cui vivono, liberando la zona dai ratti ad esempio, mantenendo un livello igienico dell’ambiente più alto. 

Questa dimensione, in assenza dell’adozione, è sicuramente la soluzione migliore per i felini randagi, per la loro stessa natura. Il gatto è un animale che, in condizioni normali, meglio si adatta, rispetto ad altri animali da compagnia, a vivere in branco e allo stato brado. Tuttavia, dato che il maggior numero delle colonie feline prende vita nel tessuto urbano, questo fattore espone maggiormente i mici randagi al rischio di incidenti, di contrarre malattie dettate dalla vita da strada, etc.

Controllo delle oasi

È molto importante tuttavia tenere sotto controllo la popolazione della colona, controllando le nuove nascite, per non rischiare un sovrappopolamento, che potrebbe generare a sua volta problematiche igienico-sanitarie. In questo caso, il libero cittadino può richiedere la sterilizzazione dei gatti alla ASL di competenza. La sterilizzazione e l’inserimento di chip di riconoscimento sono strumenti essenziali per non rischiare dei sovrappopolamenti e capire quali eventuali “nuovi felini” si sono associati alla colonia. A seguito degli interventi, il gatto viene successivamente reinserito nella colonia di appartenenza.

La linea gerarchica all’interno della colonia felina:

I gatti, quando vivono in branco, sono animali molto gerarchici ed il branco è organizzato seguendo una specifica scala sociale. All’interno del branco sono presenti sia esemplari maschi che esemplari femmine. Si è notato che le femmine creano all’interno del branco gruppi matriarcali composti da gatte, cuccioli e maschi non ancora attivi sessualmente. L’olfatto è una prerogativa costante; gli esemplari della colonia si riconoscono tra loro attraverso un odore specifico che porta i nuovi esemplari, che si uniscono alla colonia, ad essere rifiutati inizialmente. Le femmine collaborano tra loro amichevolmente, provvedendo in cooperazione ad allattare e prendersi cura dei cuccioli, difendendoli dai pericoli e dalle insidie. Sebbene non vi siano attriti tra esemplari maschi ed esemplari femmine all’interno del branco, come tutti i felini, non possiamo dire lo stesso dei maschi, che tendono talvolta a creare situazioni ostili e di confronto.

All’interno della colonia sono presenti dei soggetti maschi dominanti. Questi esemplari sono generalmente i più imponenti per statura e tendono ad imporsi sugli altri pretendenti, attuando severi controlli del territorio e prelazioni sul cibo. Sebbene gli scontri possano capitare con una certa regolarità, difficilmente si assiste a combattimenti furiosi o mortali all’interno dello stesso branco.

Il gattile

A differenza della colonia felina, dove i gatti vivono in totale libertà nell’ambiente urbano, il gattile è una soluzione molto più costrittiva. Il gattile, come il canile, è una struttura composta da tante gabbie dove trovano rifugio i felini abbandonati, generalmente composto da gatti abbandonati, cuccioli o esemplari trovati feriti in strada. I gatti randagi vengono portati al gattile su segnalazione dei cittadini o dei vigili urbani. I gattili generalmente accettano anche gatti portati da padroni che per mille motivi non sono più in grado di badare loro o più semplicemente non vogliono più occuparsene. Per difendere i gatti sani da quelli che hanno problemi,  es: soggetti contagiati da Felv (leucemia felina)

Com’è strutturato un gattile

Generalmente un gattile è provvisto da almeno:

1) un ambulatorio veterinario interno, che consente di offrire cure agli animali

2) un reparto di isolamento per animali contagiosi, per consentire di non intaccare la salute degli altri ospiti

3) da zone atte alla preparazione dei pasti

4) locali tecnici per i volontari

Nonostante l’utilità, il gattile è una struttura pressoché chiusa. I gatti sono stipati in piccole gabbie o in ambienti con alte recinzioni e spesso, con esemplari nello stesso ambiente ristretto, questo può portare a scontri tra gli animali. I gatti sono animali territoriali e difficilmente amano vivere in spazi stretti con altri gatti.

L’oasi felina

Una soluzione alla mera e propria “prigionia” può essere l’oasi felina. Questa struttura è realizzata per garantire ai rifugiati una maggiori libertà in quanto presenta dei varchi che consentono ai gatti di uscire dalle proprie recinzioni e rientrarci quando lo desiderano. Altre oasi possono essere anche ampie zone recintate (che non consentono ai gatti di uscire) ma sufficientemente larghe (con alberi e tane) che consentono comunque ai mici di vivere in condizioni sicuramente migliori. Nell’oasi la convivenza tra i gatti è sicuramente più fruibile in quanto consente ai gatti di circolare liberamente, evitando conflitti di genere e per il territorio.

Gestione delle oasi

La gestione di queste strutture, generalmente, viene affidata ad associazioni no profit e volontari, che sfruttano un terreno offerto loro dal comune. Non sempre gli enti comunali però provvedono a stilare ulteriori fondi per il sostentamento degli animali. L’unica spesa (regolamentata per legge) assegnata ai comuni è quella della sterilizzazione, che viene messa in pratica dai veterinari locali. L’unico vero mezzo efficace per controllare e contenere le nascite e far si che non si generino nuovi orfani. Per questo è fondamentale sostenere le associazioni che aiutano gli animali randagi. E’ importante permettere loro di offrire cibo, medicine e tenere igienicamente controllati tutti gli ambienti in cui si trovano i gatti ospiti.

Come adottare un gatto che si trova nei rifugi?

I gatti che si trovino nei gattili e nelle oasi feline, possono essere adottati gratuitamente. Così come per i cani abbandonati, per adottare un gatto bisogna ovviamente avvisare le autorità comunali. I volontari, assicuratisi delle generalità del futuro padrone, provvederanno ad avvisare il comune, anche ai fini della conta annuale delle adozioni. Gli operatori cercheranno di conoscere il futuro proprietario offrendogli delle domande, per sincerarsi che il gatto abbia una buona sistemazione. Questi colloqui consentono anche di consigliare sul tipo di esemplare da affidamento, offrendo a coloro che intendono adottare un gatto, un esemplare che meglio si sposa con le proprie abitudini. 

La tendenza generalmente è quella di adottare esemplari giovani. Tuttavia è bene optare per esemplari che abbiano superato il terzo mese d’età, che siano stati svezzati e che siano in grado mangiare cibi solidi. Ricordiamoci però che anche gatti un po’ più avanti con l’età o addirittura anziani che per tante ragioni si trovano nei gattili, possono adattarsi ai nuovi ambienti con un po’ di tempo ed offrire altrettanto amore.

Chiedere sempre ai volontari a quali trattamenti sanitari è stato sottoposto l’esemplare che si sta per adottare. Generalmente il veterinario di struttura provvede ad effettuare le vaccinazioni ed i relativi trattamenti antiparassitari (sverminazione, etc). In futuro affiderete le cure del vostro micio al vostro veterinario di fiducia, ma è bene conoscere la sua storia clinica.

Adottare è un atto d’amore

Molte persone non sanno che esistono sul nostro territorio strutture che ospitano gatti in attesa di un’adozione. In realtà la soluzione migliore, quando si ha intenzione di adottare un gatto è proprio quella di visitare e rivolgersi al gattile più vicino casa. Questo ci permette di adottare un gatto sicuramente sano, in quanto i veterinari della struttura provvedono sempre alle dovute cure e  separare gli esemplari malati. I mici dei gattili non si comprano e sopratutto si leva un gatto dalla strada. Adottare un animale è un atto d’amore. Adottiamo i gatti randagi!

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